Bilancio molto positivo del primo incontro Life Science PhD Hot Topics

In queste ultime settimane stiamo vivendo le costrizioni da coronavirus anche per quanto riguarda le attività di alta formazione universitaria, tipicamente rappresentate dai dottorati di ricerca e dalle scuole di specializzazione. Allo scopo di essere particolarmente stimolanti per i discenti, alcune di esse prevedono il coinvolgimento di docenti di rinomate sedi nazionali ed estere, che normalmente vengono ospitati per qualche giorno nell’Università che eroga l’offerta formativa. Questa tipologia di docenza, come molte altre anche più tradizionali, è attualmente impraticabile e probabilmente lo sarà ancora per diversi mesi. Pertanto, allo scopo di tentare di sopperire a tale mancanza, di assicurare una adeguata qualità formativa e di tenere alto il livello di attenzione dei discenti, nasce l’idea di proporre l’iniziativa denominata “Life Science PhD Hot Topics” da realizzare totalmente on line. Il Prof. Stefano Alcaro, coordinatore del corso di Dottorato in Scienze della Vita e promotore di tale iniziativa, è stato ispirato a questo tipo di didattica sperimentale dal primo relatore coinvolto per l’occasione. Il noto scienziato italiano Prof. Guido Silvestri, virologo di fama mondiale affiliato alla prestigiosa Emory University di Atlanta (USA), ha dato disponibilità ad una conversazione sull’emergenza sanitaria del momento. Da ciò è nata l’idea di proporre temi di grande attualità ed impatto scientifico (Hot Topics) dedicati alle ricerche di frontiera nel campo delle Scienze della Vita.

Tale iniziativa ha visto molto entusiasta il Magnifico Rettore Prof. Giovambattista De Sarro, che ha inaugurato la conversazione introducendo il relatore insignito di numerosi riconoscimenti internazionali. Come tanti illustri Italiani si è formato validamente nella nostra Nazione ed ha compiuto passi importanti all’estero, fino all’attuale posizione accademica americana. Ciononostante, ha mantenuto con l’Italia un rapporto molto stretto e da qualche anno è anche inserito nel Collegio dei Docenti del Dottorato in Scienze della Vita dell’Università Magna Græcia di Catanzaro. La moderazione dell’incontro è stata affidata al Prof. Carlo Torti, infettivologo impegnato in prima linea con i pazienti COVID-19 del Policlinico Universitario di Catanzaro, che ha chiesto al Prof. Silvestri di focalizzare su alcuni punti utili ad innescare la conversazione.

La sua prima considerazione si è concentrata sull’importanza dell’ottimismo in campo scientifico. Paragonando le risorse attuali rispetto a quelle degli anni ottanta, il Prof. Silvestri ha sottolineato che se all’epoca si aveva a disposizione una Cinquecento oggi si dispone di una Ferrari, intesa come performance di ricerca sia in campo preclinico che su indagini da condurre sui pazienti. Un altro elemento chiave è, secondo il suo punto di vista, quello della preparazione clinica. Molto significativo sarebbe, a tal proposito, il modello cinese rispetto all’analogo modello americano. Altro spunto di grande attualità è quello sulle cosiddette “fake news”, ad esempio su inadeguati livelli assistenziali degli USA o altre inesattezze scientifiche che circolano sull’argomento.

Dopo queste considerazioni iniziali il relatore e il moderatore hanno aperto la discussione con la folta e variegata platea di partecipanti, collegati anche di altre sedi (Bologna, Catania, Cosenza, Genova, Messina, Palermo, Perugia, Pisa, Roma e Verona). Si è dato volutamente spazio prioritario alle domande dei dottorandi e specializzandi. Un grande interesse è stato espresso su differenze climatiche e mortalità da COVID-19, così come su eventuali correlazioni di decessi in aree più industrializzate. Il relatore ha evidenziato il problema delle alte infezioni nel personale sanitario e nelle case di cura per gli anziani, che rappresentano uno dei punti critici del momento. Nella discussione con la platea virtuale è emersa la sproporzione dell’assistenza medica, oggi è forse troppo orientata alla gestione di malattie croniche, piuttosto che di quelle acute. Pertanto, la pandemia da COVID-19 ha fondamentalmente trovato impreparati i sistemi sanitari di tutti i Paesi coinvolti, inclusa l’Italia. Il moderatore ha posto, quindi, l’attenzione sulla preparazione adeguata del personale sanitario e sui rischi che derivano dalla comorbidità che si aggrava notevolmente in presenza di infezioni da COVID-19. Le domande dei giovani dottorandi e specializzandi hanno poi riguardato altre questioni che vedono coinvolte più che la Scienza la Politica. Inevitabile il riferimento alle posizioni assunte dal presidente Trump e quelle di paesi del Nord Europa in relazione all’immunità di gregge. Dalla platea virtuale è uscita anche la questione dell’immunità acquisita a seguito di contagio e successiva guarigione. Può essere considerata definitiva o è possibile essere ricontagiati? Questa evenienza sembra abbastanza remota, ma solo il tempo e le casistiche più robuste potranno dare una definitiva risposta a questa importante domanda. Sulla veridicità di alcune assunzioni scientifiche il relatore si è espresso con molta chiarezza. Ad esempio, sulle dichiarazioni del virologo, già premio Nobel, Luc Montagner riguardanti ipotesi di ingegnerizzazione del coronavirus con frammenti genetici del virus dell’AIDS, il Prof. Silvestri ha espresso la sua totale contrarietà. Molto critico è stato anche sul metodo Raoult basato sull’utilizzo sinergico di Clorochina e Azitromicina. Mentre positiva e fiduciosa è apparsa la sua posizione sull’utilizzo di due farmaci in fase di avanzata sperimentazione: il Baricitinib, inibitore di due sottotipi di chinasi (JAK 1 e 2) che trova impiego nel trattamento dell’artrite reumatoide, e il Remdesivir, analogo nucleotidico antivirale per la cura dell’Ebola e della febbre emorragica.

Nell’ultima fase della conversazione si è dato spazio ad alcuni colleghi universitari di Catanzaro e di altre sedi. Si è discusso della questione sierologica e sulla riproducibilità dei dati che derivano dal campionamento attraverso i tamponi. Le questioni su come procedere e interpretare i dati sono piuttosto controverse. Un avviso piuttosto importante, sottolineato dal Prof. Silvestri, riguarda la possibilità di ondate successive di pandemia di coronavirus che potrebbero riguardare aree dell’Italia fino ad ora risparmiate dal temuto boom infettivo. Sebbene le infezioni da SARS-CoV-2 siano molto meno letali di altre di altre, come tubercolosi o l’AIDS, è fondamentale che i vertici della Sanità a livello nazionale e regionale si facciano trovare pronti a fronteggiare eventuali scenari di nuove emergenze.

Grazie alla disponibilità del Prof. Silvestri, connesso in videoconferenza da Atlanta, e ai numerosi interventi di dottorandi, specializzandi e colleghi universitari, la conversazione si è ininterrottamente protratta per ben due ore. Interessante il numero di partecipanti che ha superato le 170 unità (25 % dottorandi UMG, 24 % docenti UMG, 23 % specializzandi e studenti UMG, 16 % assegnisti UMG e 12 % ospiti di altre sedi nazionali). A questi vanno aggiunti i partecipanti in differita, ovvero coloro che per motivi tempo o altri impegni non hanno potuto seguire l’iniziativa in diretta, ma l’hanno fatto attraverso il seguente youtube link https://youtu.be/wwtyLxSJ9q0, che verrà mantenuto attivo anche in futuro. Inoltre, i partecipanti dal vivo o in differita sono stati invitati a rispondere entro il 27 aprile ad un breve questionario orientato a valutare il primo incontro e a proporre migliorie per futuri meeting virtuali dell’iniziativa Life Science PhD Hot Topics.

Di seguito i risultati statistici principali del questionario compilato da più della metà dei partecipanti:

  • Oltre il 70 % ha gradito la scelta dell’Hot Topic su SARS-CoV-2
  • Oltre il 75 % ha gradito la scelta del relatore
  • Oltre il 90 % ha approvato la durata dell’incontro
  • Oltre il 75 % considera la piattaforma web adatta alla tipologia di evento formativo
  • Oltre il 77 % conferma l’interesse ad altre iniziative sull’argomento SARS-CoV-2
  • Oltre il 31 % degli intervistati gradirebbe ulteriori meeting di questa iniziativa in collaborazione con corsi di dottorato europei e il 25 % almeno con altri italiani.

Tra i punti di forza del meeting proposto vi sono l’interattività e il confronto con altre realtà sull’emergenza sanitaria oggetto dell’Hot Topic. Tra quelli di criticità la mancanza di slides introduttive e la discussione su questioni politiche.

Sulla base di tale sondaggio il promotore dell’iniziativa esprime grande compiacimento per questo primo esperimento indotto della costrizione che stiamo vivendo e si impegna ad organizzare successivi eventi includendo nell’ordine i corsi di alta formazione dottorale dell’Ateneo di Catanzaro, quelli affini di altre sedi italiane e di università estere con le quali esistono rapporti di cooperazione internazionale. L’obiettivo dei Life Science PhD Hot Topics è duplice: mantenere elevata la qualità della formazione dedicata a studenti, dottorati, e specializzandi di UMG durante l’emergenza sanitaria e rafforzare i rapporti internazionali attraverso il coinvolgimento di relatori di grande fama anche in collaborazione con corsi di dottorato esteri. Tutto ciò sarà possibile con la sinergia dei colleghi interessati collaborare su tale progetto formativo.